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Tariffa rifiuti – Comunicazione entro il 31 maggio per le imprese che vogliono abbandonare il servizio pubblico

L’emanazione del Decreto Legislativo 3 settembre 2020, n. 116 ha rappresentato una piccola rivoluzione nell’ambito della tassazione dei rifiuti.

È importante premettere che, secondo la normativa ambientale, i rifiuti prodotti dalle imprese si qualificano automaticamente come “rifiuti speciali” e non come “rifiuti urbani” che sono invece quelli prodotti dalle utenze domestiche.

I comuni potevano però, con apposita delibera, assimilare alcune tipologie di rifiuti speciali ai rifiuti urbani, stabilendone le quantità massime conferibili al servizio pubblico. In questo modo anche le imprese, entro certi quantitativi, potevano avvalersi del normale servizio pubblico per il conferimento dei propri rifiuti.

Con il D.Lgs. 116/2020 questa nozione di rifiuti assimilati agli urbani viene meno, e viene disposta una definizione uniforme di rifiuto urbano che include in parte anche i rifiuti prodotti da attività d’impresa, sottraendo la potestà normativa ai comuni.

In particolar modo le superfici dove avvengono lavorazioni industriali e artigianali sono esclude dall’applicazione della TARI, compresi i magazzini di materie prime, di merci e di prodotti finiti, mentre la TARI continua ad applicarsi relativamente alle superfici produttive di rifiuti urbani come, ad esempio, mense, uffici o locali funzionalmente connessi.

Ma la novità più importante portata dal D.Lgs. 116/2020 riguarda la possibilità per le imprese di conferire i propri rifiuti urbani al di fuori del servizio pubblico, previa dimostrazione di averli avviati al recupero mediante attestazione rilasciata dal soggetto che effettua l’attività di recupero dei rifiuti stessi.

Conseguenza di tale possibilità è che dovrà essere conseguentemente disposta una riduzione della tariffa collegata alla quantità dei rifiuti conferiti, cioè la c.d. parte variabile, in proporzione alla percentuale di rifiuti avviati al recupero.

Al fine di beneficiare di tale riduzione, entro il 31 maggio di ciascun anno le utenze non domestiche devono comunicare al Comune l’opzione di non avvalersi, in tutto o in parte, del servizio pubblico. Tale comunicazione, rinnovabile e vincolante per un quinquennio, deve riportare le tipologie e le quantità dei rifiuti urbani prodotti oggetto di avvio al recupero ed è operativa dall’anno successivo a quello della comunicazione.

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Riduzioni e esenzioni IMU nella Legge di Bilancio 2021

Nuovo anno e nuove esenzioni e riduzioni IMU portate in dono dalla Legge di Bilancio 2021. Vediamole nel dettaglio.

Riduzione IMU pensionati non residenti

A decorrere dall’anno 2021 viene ridotta a metà l’IMU dovuta sull’unica unità immobiliare, purché non locata o data in comodato d’uso, posseduta in Italia da soggetti non residenti nel territorio dello Stato, che siano titolari di pensione maturata in regime di convenzione internazionale con l’Italia

Esenzione IMU nei territori colpiti dal sisma

Si proroga l’esenzione dell’applicazione dell’imposta municipale propria per alcuni comuni interessati dagli eventi sismici del 2012 nelle regioni Emilia Romagna, Lombardia e Veneto fino alla definitiva ricostruzione e agibilità dei fabbricati interessati e comunque non oltre il 31 dicembre 2021

Esenzione della I rata IMU 2021

A seguito delle difficoltà dovute all’emergenza epidemiologica COVID-10 viene disposta l’esenzione della prima rata IMU 2021 relativa a:

  • immobili adibiti a stabilimenti balneari marittimi, lacuali e fluviali, nonché immobili degli stabilimenti termali;
  • immobili rientranti nella categoria catastale D/2 e relative pertinenze, immobili degli agriturismi, dei villaggi turistici, degli ostelli della gioventù, dei rifugi di montagna, delle colonie marine e montane, degli affittacamere per brevi soggiorni, delle case e appartamenti per vacanze, dei bed and breakfast, dei residence e dei campeggi, a condizione che i relativi soggetti passivi siano anche gestori delle attività ivi esercitate;
  • immobili rientranti nella categoria catastale D in uso da parte di imprese esercenti attività di allestimenti di strutture espositive nell'ambito di eventi fieristici o manifestazioni;
  • immobili destinati a discoteche, sale da ballo, night club e simili, a condizione che i relativi soggetti passivi siano anche gestori delle attività ivi esercitate.
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