Decreto agrivoltaico: via libera dal Ministero dell’Ambiente

È stato finalmente pubblicato l’atteso decreto che regolamenta un nuovo incentivo per l’installazione di impianti fotovoltaici avanzati nel settore agricolo.

In particolare, il decreto incentiva i c.d. impianti agrivoltaici di natura sperimentale, cioè quelli che adottano congiuntamente:

  • soluzioni integrate innovative con montaggio dei moduli elevati da terra, anche prevedendo la rotazione dei moduli stessi, comunque in modo da non compromettere la continuità delle attività di coltivazione agricola e pastorale, anche eventualmente consentendo l’applicazione di strumenti di agricoltura digitale e di precisione;
  • sistemi di monitoraggio che consentano di verificare l’impatto dell’installazione fotovoltaica sulle colture, il risparmio idrico, la produttività agricola per le diverse tipologie di colture, la continuità delle attività delle aziende agricole interessate.

Soggetti beneficiari

Possono accedere al beneficio:

  • imprenditori agricoli in forma individuale o societaria anche cooperativa;
  • società agricole;
  • consorzi costituiti tra due o più imprenditori agricoli e/o società agricole imprenditori agricoli;
  • associazioni temporanee di imprese agricole;
  • associazioni temporanee di imprese, che includono almeno uno dei soggetti precedenti.

I soggetti beneficiari dovranno garantire la continuità dell’attività di coltivazione agricola e pastorale sottostante l’impianto.

Interventi e spese ammissibili

L’allegato 1 del decreto fissa i limiti di costo massimo ammissibili per ogni impianto. In particolare:

  • per gli impianti con potenza fino a 300kW, il costo massimo ammissibile è di € 1.700 per kW
  • per gli impianti con potenza superiore a 300kW, il costo massimo ammissibile è di € 1.500 per kW

Nei limiti dei superiori costi massimi, sono ammissibili le seguenti tipologie di spesa:

  1. realizzazione di impianti agrivoltaici avanzati (moduli fotovoltaici, inverter strutture per il montaggio dei moduli, sistemi elettromeccanici di orientamento moduli, componentistica elettrica);
  2. fornitura e posa in opera dei sistemi di accumulo;
  3. attrezzature per il sistema di monitoraggio ivi inclusi l’acquisto o l’acquisizione di programmi informativi funzionali alla gestione dell’impianto;
  4. connessione alla rete elettrica nazionale;
  5. opere edili strettamente necessarie alla realizzazione dell’intervento;
  6. acquisto, trasporto e installazione macchinari, impianti e attrezzature hardware e software, comprese le spese per la loro installazione e messa in esercizio;
  7. studi di prefattibilità e spese necessarie per attività preliminari;
  8. progettazioni, indagini geologiche e geotecniche il cui onere è a carico del progettista per la definizione progettuale dell’opera;
  9. direzioni lavori, sicurezza, assistenza giornaliera e contabilità lavori;
  10. collaudi tecnici e/o tecnico-amministrativi, consulenze e/o supporto tecnico-amministrativo.

Le spese di cui alle lettere da g) a l) sono finanziabili in misura non superiore al 10% dell’importo ammesso a finanziamento.

Agevolazioni concedibili

Il bando prevede la concessione di due distinti incentivi:

  • un contributo a fondo perduto nella misura massima del 40% dei costi ammissibili;
  • una tariffa incentivante a valere sulla quota di energia elettrica prodotta e immessa in rete.

Procedura di accesso

Il GSE avvierà periodicamente procedure pubbliche mettendo a disposizione contingenti di potenza eventualmente incrementati dalle quote di risorse e contingenti non assegnati nelle procedure

Incentivi alle assunzioni: gli obblighi da rispettare

Il legislatore emana periodicamente normative che incentivano l’assunzione di dipendenti, fissando degli sgravi – di solito contributivi – che riducono il costo del lavoro a carico dell’impresa.

È però opportuno ricordare che, al di là del contenuto delle singole normative, esistono degli obblighi valevoli per tutti i datori di lavoro e che, se non rispettati, comportano la non spettanza di qualsiasi incentivo. Nello specifico il datore di lavoro:

  • deve essere in possesso del DURC (Documento Unico di Regolarità Contributiva);
  • deve applicare le previsioni contenute nel Contratto Collettivo (CCNL) comparativamente più rappresentativo, a livello nazionale per il settore di appartenenza;
  • insussistenza di provvedimenti amministrativi e giurisdizionali per violazioni in materia di tutela delle condizioni di lavoro;
  • rispetto della normativa in materia di sicurezza sul lavoro.

Inoltre, come stabilito dal D.Lgs. 150/2015, gli incentivi non spettano:

  • se l'assunzione assolve a un obbligo preesistente, normativo o derivante dalla contrattazione collettiva: in questo caso l’incentivo non spetta nemmeno qualora l’obbligo venga assolto mediante contratto di somministrazione;
  • se l'assunzione viola il diritto di precedenza alla riassunzione di un altro lavoratore licenziato da un rapporto a tempo indeterminato o cessato da un rapporto a termine e che abbia esercitato il diritto di precedenza in caso di nuove assunzioni da parte del datore di lavoro per la medesima mansione;
  • se l’assunzione si conclude con lavoratori che sono stati licenziati nei 6 mesi precedenti da parte di un datore di lavoro che, al momento del licenziamento, presenta assetti proprietari sostanzialmente coincidenti con quelli del nuovo datore di lavoro;
  • se il datore di lavoro è interessato da una crisi o riorganizzazione aziendale che abbia comportato la sospensione dei rapporti di lavoro, salvo il caso in cui l'assunzione o la trasformazione del contratto abbiano lo scopo di procedere con l’assunzione di soggetti con inquadramento differente rispetto ai lavoratori sospesi o impiegati in unità produttive diverse da quella interessata dalla crisi/riorganizzazione.

È bene quindi tenere a mente queste pre-condizioni per beneficiare degli incentivi per evitare spiacevoli sorprese quali il recupero di quanto illegittimamente fruito.

Decreto Lavoro: nuovi incentivi per le assunzioni

È stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il D.L. 48/2023 recante “Misure urgenti per l’inclusione sociale e l’accesso al mondo del lavoro” (c.d. Decreto Lavoro) che, tra le altre cose, introduce tre nuovi incentivi sulle assunzioni di lavoratori dipendenti.

Incentivi ai datori di lavoro che assumono beneficiari dell’Assegno di inclusione

Il Decreto Lavoro riforma la normativa di sostegno al reddito, sostituendo il reddito di cittadinanza con l’assegno di inclusione, destinato esclusivamente ai nuclei familiari “fragili”.

Parallelamente viene introdotto un incentivo ai datori di lavoro privati che assumono i beneficiari dell'Assegno di inclusione con contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato, pieno o parziale, o anche mediante contratto di apprendistato.

L’incentivo, riconosciuto per un periodo di 12 mesi, consiste nell’esonero dal versamento del 100% dei complessivi contributi previdenziali a carico dei datori di lavoro, con esclusione dei premi e dei contributi dovuti all'Istituto nazionale per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro, nel limite massimo di importo pari a 8.000 euro su base annua, riparametrato e applicato su base mensile.

In caso di assunzione con contratto di lavoro subordinato a tempo determinato o stagionale, pieno o parziale, l’incentivo scende al 50% nel limite massimo di 4.000 euro.

Analogamente ai beneficiari dell’assegno di inclusione che avviano un'attività lavorativa autonoma o di impresa individuale o una società cooperativa entro i primi 12 mesi di fruizione del beneficio è riconosciuto in un'unica soluzione un beneficio addizionale pari a 6 mensilità dell'Assegno di inclusione, nei limiti di 500 euro mensili.

Incentivi all’occupazione giovanile

Al fine di sostenere l'occupazione giovanile, il Decreto Lavoro riconosce  ai datori di lavoro un incentivo, per un periodo di 12 mesi, nella misura del 60% della retribuzione mensile lorda imponibile ai fini previdenziali, per le nuove assunzioni, effettuate a decorrere dal 1.06.2023 e fino al 31.12.2023, di giovani, qualora ricorrano congiuntamente le seguenti condizioni:

  • che alla data dell'assunzione non abbiano compiuto il 30° anno di età;
  • che non lavorino e non siano inseriti in corsi di studi o di formazione («NEET»);
  • che siano registrati al Programma Operativo Nazionale Iniziativa Occupazione Giovani.

L’incentivo è cumulabile con altri esoneri o riduzioni, comunque nel rispetto dei limiti massimi previsti dalla normativa europea in materia di aiuti di Stato. In caso di cumulo con altra misura, l'incentivo è riconosciuto nella misura del 20% della retribuzione mensile lorda imponibile ai fini previdenziali, per ogni lavoratore «NEET» assunto.

Incentivi per il lavoro delle persone con disabilità

Il Decreto Lavoro istituisce un apposito fondo finalizzato al riconoscimento di un contributo in favore degli Enti del Terzo settore, delle organizzazioni di volontariato e delle associazioni di promozione sociale coinvolte nel processo di trasmigrazione al RUNTS e delle ONLUS, per ogni persona con disabilità, di età inferiore a 35 anni, assunta ai sensi della L. 68/1999, con contratto di lavoro a tempo indeterminato tra il 1.08.2022 e il 31.12.2023, per lo svolgimento di attività conformi allo statuto.

Le modalità applicative del contributo verranno stabilite con apposito decreto.

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Credito d’imposta per investimenti in beni strumentali nuovi

Trova la proroga il credito d’imposta per investimenti in beni strumentali nuovi, misura introdotta nel 2020 per facilitare la Transizione 4.0, ma applicabile per investimenti non rientranti nel suddetto piano. Vediamo le caratteristiche principali:

Imprese beneficiarie

Possono accedere al credito d’imposta tutte le imprese residenti nel territorio dello Stato, incluse le stabili organizzazioni di soggetti non residenti, indipendentemente dalla forma giuridica, dal settore economico di appartenenza, dalla dimensione e dal regime fiscale di determinazione del reddito.

Per gli investimenti che non riguardano il piano Transizione 4.0, il credito d’imposta è esteso anche agli esercenti arti e professioni.

Investimenti agevolabili

Sono agevolabili gli investimenti in beni materiali nuovi strumentali all’esercizio dell’impresa, destinati a strutture produttive ubicate nel territorio dello Stato. Sono inoltre agevolabili gli investimenti in beni immateriali nuovi strumentali all’esercizio dell’impresa.

Sono esclusi dall’ambito applicativo dell’agevolazione gli investimenti in:

  • veicoli e altri mezzi di trasporto a deducibilità limitata
  • beni per i quali è prevista un’aliquota di ammortamento fiscale inferiore al 6,5%
  • fabbricati e costruzioni
  • beni di cui all’allegato 3 annesso alla L. 208/2015;
  • beni gratuitamente devolvibili delle imprese operanti in concessione e a tariffa nei settori dell’energia, dell’acqua, dei trasporti, delle infrastrutture, delle poste,delle telecomunicazioni, della raccolta e depurazione delle acque di scarico e della raccolta e smaltimento dei rifiuti.

Il credito d’imposta si applica agli investimenti effettuati dal 16.11.202 al 31.12.2022, estendibile al 30.06.2023 nel caso in cui, entro il 31.12.2022, il relativo ordine risulti accettato dal venditore e sia avvenuto il pagamento di acconti in misura almeno pari al 20% del costo di acquisizione.

Misura del contributo

La misura del contributo è differenziata a seconda della tipologia di investimento, dell’ammontare complessivo e dell’anno di effettuazione.

Per gli investimenti in beni strumentali nuovi indicati nell’Allegato A della L. 232/2016 (c.d. beni materiali 4.0) il credito d’imposta è pari:

  • per gli investimenti effettuati dal 16.11.2020 e fino al 31.12.2021:
    • al 50% del costo, per la quota di investimenti fino a 2,5 milioni di euro;
    • al 30% del costo, per la quota di investimenti superiori a 2,5 milioni di euro e fino a 10 milioni di euro;
    • al 10% del costo, per la quota di investimenti superiori a 10 milioni di euro e fino a 20 milioni di euro;
  • per gli investimenti effettuati dall’1.1.2022 e fino al 31.12.2022:
    • al 40% del costo, per la quota di investimenti fino a 2,5 milioni di euro;
    • al 20% del costo, per la quota di investimenti superiori a 2,5 milioni di euro e fino a 10 milioni di euro;
    • al 10% del costo, per la quota di investimenti superiori a 10 milioni di euro e fino a 20 milioni di euro.

Per gli investimenti in beni strumentali nuovi indicati nell’Allegato B della L. 232/2016 (c.d. beni immateriali 4.0) il credito d’imposta è pari al 20% del costo, nel limite massimo di costi ammissibili pari a 1 milione di euro.

Per i beni strumentali diversi dai precedenti:

  • per gli investimenti effettuati dal 16.11.2020 e fino al 31.12.2021 il credito d’imposta è pari al 10% del costo, percentuale che sale al 15% per gli investimenti in strumenti e dispositivi tecnologici destinati dall’impresa alla realizzazione di modalità di lavoro agile;
  • per gli investimenti effettuati dall’1.1.2022 al 31.12.2022 il credito d’imposta scende al 6%.

Modalità di fruizione

Il credito d’imposta può essere fruito solo in compensazione in 3 quote annuali di pari importo, a decorrere dall’anno di entrata in funzione dei beni per gli investimenti, ovvero a decorrere dall’anno di avvenuta interconnessione dei beni.

Per gli investimenti in beni strumentali effettuati a decorrere dal 16.11.2020 e fino al 31.12.2021, il credito d’imposta spettante ai soggetti con un volume di ricavi o compensi inferiori a 5 milioni di euro è utilizzabile in compensazione in un’unica quota annuale.

I fruitori del credito d’imposta dovranno conservare la documentazione idonea a dimostrare l’effettivo sostenimento e la corretta determinazione dei costi agevolabili, che dovrà contenere l’espresso riferimento alle disposizioni normative (acquisto ai sensi dell’art. 1, cc. 1051 e seguenti L. 178/2020).

Inoltre, in relazione degli investimenti aventi ad oggetto beni materiali o immateriali 4.0, sarà necessaria una perizia asseverata rilasciata da un ingegnere o da un perito industriale abilitati, salvo che per gli investimenti non superiori a 300.000 euro per i quali è sufficiente un’autodichiarazione resa dal legale rappresentante.

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Incentivi auto nella Legge di Bilancio 2021

La Legge di Bilancio 2021 prevede una serie di incentivi per auto private e commerciali, in particolar modo per quelle a ridotte emissioni. Qui di seguito un breve riepilogo di quelle principali:

Nuovi incentivi per auto elettriche e ibride

Una prima tipologia di incentivi riguarda i veicoli elettrici ed ibridi, per i quali sono riconosciuti contributi alle persone fisiche e a quelle giuridiche che, nel periodo compreso tra il 1° gennaio e il 31 dicembre 2021, acquistano in Italia, anche in locazione finanziaria, un autoveicolo nuovo di categoria M1 con emissioni da 0 a 60 g/km di CO2 aventi un prezzo inferiore a 50.000 euro (IVA esclusa).

Il bonus è concesso sia senza che con rottamazione. In quest’ultimo caso, l’auto da rottamare dovrà essere omologata in una classe ambientale inferiore a Euro 6 ed essere immatricolata prima del 1° gennaio 2011.

Nel caso di rottamazione, il contributo statale è pari a 2.000 euro, mentre senza rottamazione il bonus scende a 1.000 euro.

In entrambi i casi, il bonus è condizionato ad uno sconto da parte del venditore pari ad almeno:

  • 2.000 euro con rottamazione;
  • 1.000 euro senza rottamazione.

Questo bonus è cumulabile con quello previsto dalla Legge di Bilancio 2019 e che risulta valido fino a tutto il 2021. Il suddetto bonus era riconosciuto per l’acquisto, anche in locazione finanziaria, di veicoli di categoria M1 con emissioni di CO2 allo scarico non superiori a 60 g/km, con prezzo risultante dal listino prezzi ufficiale della casa automobilistica produttrice inferiore a 50.000 euro (IVA esclusa) ed era pari:

  • nel caso di acquisto di veicoli con emissioni da 0 a 20 g/km di CO2:
    • 6.000 euro, con rottamazione di un veicolo della stessa categoria omologato alle classi da Euro 0 a Euro 4;
    • 4.000 euro, senza rottamazione;
  • nel caso di acquisto di veicoli con emissioni da 21 a 60 g/km di CO2:
    • 2.500 euro, con rottamazione di un veicolo della stessa categoria omologato alle classi da Euro 0 a Euro 4;
    • 1.500 euro, senza rottamazione.

Nel caso di rottamazione, il veicolo da rottamare deve essere intestato da almeno 12 mesi allo stesso soggetto intestatario del nuovo veicolo o ad uno dei familiari conviventi.

Incentivi auto Euro 6

Oltre agli incentivi per auto ibride ed elettriche, la Legge di Bilancio 2021 punta ad agevolare il passaggio del parco auto alla categoria Euro 6.

In questo caso il bonus spetta alle persone fisiche e quelle giuridiche che acquistano in Italia, anche in locazione finanziaria, un autoveicolo nuovo di categoria M1 che sia omologato in una classe non inferiore ad Euro 6 di ultima generazione e abbiano un prezzo inferiore a 40.000 euro (IVA esclusa).

Il contributo statale è pari a 1.500 euro e spetta a condizione che il venditore conceda uno sconto di almeno 2.000 euro.

Per beneficiare del contributo statale è obbligatorio rottamare un veicolo omologato in una classe inferiore ad Euro 6 e che sia stato immatricolato prima del 1° gennaio 2011.

Il bonus è però fruibile solo per gli acquisti che avvengono dall’1 gennaio 2021 a 30 giugno 2021 e salvo esaurimento anticipato dei fondi disponibili.

Bonus per famiglie con ISEE inferiore a 30.000 euro

Un ulteriore bonus è previsto per le famiglie meno abbienti.

Il contributo viene riconosciuto ai nuclei familiari con ISEE inferiore a 30.000 euro per l’acquisto, anche in leasing, effettuato entro il 31 dicembre 2021, di un’auto elettrica con prezzo di listino inferiore a 30.000 euro (Iva esclusa) e potenza fino a 150 Kw.

L’incentivo non è cumulabile con gli altri incentivi auto ed è pari al 40% del prezzo, fino ad esaurimento dei fondi disponibili.

Incentivo per l’acquisto di veicoli commerciali

Un ultimo bonus è riservato ai veicoli commerciali.

Il contributo è riconosciuto a chi acquista in Italia, a decorrere dal 1° gennaio 2021 e fino al 30 giugno 2021, veicoli commerciali di categoria N1 nuovi di fabbrica o autoveicoli speciali di categoria M1 nuovi di fabbrica.

Il bonus varia a seconda:

  • della massa totale a terra del veicolo;
  • dell’alimentazione: esclusivamente elettrica, ibrida o alimentazione alternativa, altre tipologie di alimentazione;
  • eventuale rottamazione di un veicolo della medesima categoria di quello acquistato omologato in una classe fino ad Euro 4/IV.

In particolare, per la fascia di peso 0-1,999 tonnellate l’incentivo è pari a:

  • in caso di acquisto di veicolo elettrico: 4.000 euro con rottamazione e 3.200 euro senza rottamazione;
  • in caso di acquisto di veicolo ibrido o alimentazione alternativa: 2.000 euro con rottamazione e 1.200 euro senza rottamazione;
  • in caso di acquisto di veicolo con altre tipologie di alimentazione: 1.200 euro con rottamazione e 800 euro senza rottamazione.

Per la fascia di peso 2-3,299 tonnellate l’incentivo è pari a:

  • in caso di acquisto di veicolo elettrico: 5.600 euro con rottamazione e 4.800 euro senza rottamazione;
  • in caso di acquisto di veicolo ibrido o alimentazione alternativa: 2.800 euro con rottamazione e 2.000 euro senza rottamazione;
  • in caso di acquisto di veicolo con altre tipologie di alimentazione: 2.000 euro con rottamazione e 1.200 euro senza rottamazione.

Per la fascia di peso 3,3-3,5 tonnellate l’incentivo è pari a:

  • in caso di acquisto di veicolo elettrico: 8.000 euro con rottamazione e 6.400 euro senza rottamazione;
  • in caso di acquisto di veicolo ibrido o alimentazione alternativa: 4.400 euro con rottamazione e 2.800 euro senza rottamazione;
  • in caso di acquisto di veicolo con altre tipologie di alimentazione: 3.200 euro con rottamazione e 2.000 euro senza rottamazione.
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Decreto Rilancio, incentivi alle start up innovative

Incentivi alle start-up innovative introdotte dal Decreto Rilancio

L’art. 38 del Decreto Rilancio interviene con una serie di misure a favore delle start-up innovative. Vediamo quali:

Contributi a fondo perduto per acquistare servizi per lo sviluppo delle imprese innovative

Il Decreto destina 10 milioni di euro per la concessione di agevolazioni sotto forma di contributi a fondo perduto finalizzate all’acquisizione di servizi prestati da parte di incubatori, acceleratori, innovation hub, business angels e altri soggetti pubblici o privati operanti per lo sviluppo di imprese innovative.

Sostegno al venture capital

Vengono assegnati 200 milioni di euro per l’anno 2020 al Fondo di sostegno al venture capital per sostenere investimenti nel capitale, anche tramite la sottoscrizione di strumenti finanziari partecipativi, nonché mediante l’erogazione di finanziamenti agevolati, la sottoscrizione di obblighi convertibili, o altri strumenti finanziari di debito che prevedano la possibilità dell’apporto effettuato a beneficio esclusivo delle start-up innovative e delle PMI innovative.

Credito d’imposta in ricerca e sviluppo

Sono state ricomprese le startup innovative tra i soggetti ammissibili a stipulare contratti di ricerca extra muros, così come università e istituti di ricerca, ai fini dell’erogazione del credito d’imposta per attività di ricerca e sviluppo nei confronti dei soggetti che commissionano tali attività alle startup innovative.

Proroga del termine di permanenza nella sezione speciale del Registro imprese

È stato prorogato di 12 mesi il termine di permanenza nella sezione speciale del registro delle imprese delle startup innovative. La proroga della permanenza nella sezione speciale non rileva ai fini delle agevolazioni fiscali e contributive in vigore.

Estensione della garanzia per il Fondo centrale di garanzia per le PMI

È stata riservata una quota pari a 200 milioni di euro a valere sulle risorse già assegnate al Fondo Centrale di Garanzia per le PMI specificatamente dedicata all’erogazione di garanzie in favore di startup innovative e PMI innovative.

Ulteriori incentivi all’investimento in start-up innovative e PMI innovative

Sono stati introdotti Incentivi in «de minimis» all’investimento in startup innovative e PMI innovative tramite cui le persone fisiche, per investimenti fino ad un massimo di 100mila euro per ciascun periodo di imposta nel capitale sociale di una o più startup innovative o PMI innovative, possono beneficiare di una detrazione IRPEF al 50% sull’ammontare dell’investimento, mantenendo tale investimento per un minimo di 3 anni.

Programma Investor Visa for Italy – Dimezzamento delle soglie minime d’investimento

Sono state dimezzate le soglie minime per investimenti da parte di investitori esteri in imprese e startup innovative riferite al programma Investor Visa for Italy:

  • per investimenti in strumenti rappresentativi di società di capitali operanti in Italia e mantenute per almeno due anni, la soglia minima di investimento è passata da 1 milione di euro a 500 mila euro;
  • per investimenti in startup innovative iscritte alla sezione speciale del registro imprese, la soglia minima di investimento è passata da 500 mila a 250 mila euro.

Agevolazioni Smart & Start in zone colpite da eventi sismici

Le agevolazioni di cui al decreto del Ministro dello sviluppo economico 24 settembre 2014 (Smart & Start Italia) riferite start-up innovative localizzate nel territorio del cratere sismico aquilano sono state estese alle startup innovative localizzate nel territorio dei comuni colpiti dagli eventi sismici del 2016 e 2017.

Fondo per l’intrattenimento digitale

Viene costituito un fondo per l’intrattenimento digitale, denominato “First Playable Fund”, con dotazione iniziale di 4 milioni di euro, al fine di sostenere le fasi di concezione e pre-produzione di videogames, necessarie alla realizzazione di prototipi, tramite l’erogazione di contributi a fondo perduto, riconosciuti nella misura del 50 per cento delle spese ammissibili, e per un importo compreso tra 10.000 euro e 200.000 euro per singolo prototipo.

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