Tra le misure inserite nel PNRR spicca quella sulla “certificazione della parità di genere” prevista dalla Missione 5 (Inclusione Coesione). L’obiettivo che l’Italia si propone è quello di garantire la parità di genere, raggiungendo entro il 2026 un incremento del 5% nella classifica dell’Indice sull’uguaglianza di genere elaborato dall’EIGE.

Al fine di dare attuazione a questo obiettivo, con la legge n. 162/2021 è stato istituito il sistema di certificazione della parità di genere che potrà essere rilasciata a tutte le aziende che dimostreranno l’effettività e l’efficacia delle proprie politiche in tema di parità di genere tra uomo e donna.

L’ottenimento della certificazione prevederà vantaggi sia per le aziende che per i lavoratori.

Le aziende avranno accesso a un miglior punteggio nelle graduatorie degli appalti e a un esonero parziale del versamento dei contributi previdenziali dei lavoratori (nei limiti dell’1% e di 50.000 euro annui).

I lavoratori, oltre ad ottenere una parificazione dei propri diritti, si troverebbero a lavorare in contesti sempre meno discriminatori e più inclusivi.

Il 24 marzo 2022 sono state presentate le Linee Guida sulla certificazione che identificano le sei aree da prendere in considerazione per verificare se un’organizzazione mette sullo stesso piano uomini e donne:

  • cultura e strategia
  • governance
  • processi HR
  • opportunità di crescita e inclusione delle donne in azienda
  • equità remunerativa per genere
  • tutela della genitorialità e conciliazione vita-lavoro

La certificazione non è obbligatoria ma è sicuramente un’opportunità, oltre che per migliorare il proprio ambiente lavorativo, anche per beneficiare dei vantaggi che sono collegati alla normativa per stimolarne l’adozione.