Capita spesso che un cliente chieda al proprio consulente se è possibile non attendere la fine del rapporto di lavoro per pagare il trattamento di fine rapporto (TFR) e se è quindi possibile anticiparne il pagamento mensilmente in busta paga.
Sul tema è intervenuto l’Ispettorato Nazionale del Lavoro non una nota, la 616 del 2025, la quale fa un excursus della normativa relativa al trattamento di fine rapporto ed evidenzia i rischi di un pagamento mensilizzato dello stesso.
Il TFR, evidenzia la nota, è una somma di denaro che viene accumulata mensilmente dal datore di lavoro, per conto del lavoratore, e che deve essere erogata alla fine dal rapporto di lavoro perché ha lo scopo di dare un supporto economico proprio al termine del rapporto.
Esistono delle casistiche in cui il lavoratore può chiedere un parziale anticipo del TFR, nei limiti massimi del 70% dell’intero importo, e solo per casistiche ben definite, cioè:
- acquisto o ristrutturazione della prima casa;
- spese sanitarie per terapie o interventi straordinari;
- motivi personali, senza specificare il motivo specifico della richiesta, ma solo nelle aziende con più di 25 dipendenti e per un massimo del 30% del TFR maturato.
Questi motivi, e le modalità di fruizione, possono essere integrati o ristretti dalla contrattazione collettiva.
L’Ispettorato chiarisce però che le pattuizioni individuali o collettive non possono mai avere ad oggetto un automatico trasferimento in busta paga del rateo mensile di TFR.
Cosa rischi quindi chi adotta questa pratica?
I rischi sono duplici:
- in primo luogo l’Ispettorato del Lavoro intimerebbe al datore di lavoro di accantonare nuovamente le quote di TFR inserite in busta paga, vanificando di fatto l’intera operazione;
- inoltre, tutte le quote di TFR inserite in busta paga illegittimamente verrebbero considerate come una retribuzione aggiuntiva, da assoggettare quindi a contribuzione, con conseguente richiesta di pagamento dei contributi – anche arretrati – sul rateo di TFR mensile illegittimamente inserito in busta paga.
Una pratica, quindi, sicuramente da sconsigliare.