Credito d’imposta 4.0 e Mezzogiorno: confermata la cumulabilità.

Gli ultimi mesi dello scorso anno sono stati all’insegna della confusione per coloro che avevano o intendevano effettuare investimenti in beni strumentali.

Una circolare del MEF del 14 ottobre 2021 aveva infatti messo in dubbio la possibilità di cumulare tutte le agevolazioni rientranti nel PNRR con altri aiuti di stato, e tra queste rientrava il credito d’imposta 4.0 per l’acquisto di beni strumentali innovativi, con altre agevolazioni. Questo ha avuto la conseguenza di spiazzare chi aveva fatto investimenti a partire dall’inizio dell’anno confidando nella cumulabilità con altre agevolazioni (statuita tra l’altro dalla stessa norma istitutiva del credito d’imposta 4.0) e di bloccare i nuovi investimenti in attesa che venisse confermato o meno il divieto di cumulo.

In particolar modo spiazzati i soggetti che avevano cumulato il credito d’imposta 4.0 con il credito d’imposta per investimenti in beni strumentali nel Mezzogiorno, cumulabilità che poteva portare anche a crediti d’imposta pari al 95% del costo dell’intero investimento.

Soltanto il 31 dicembre 2021, con una circolare della Ragioneria Generale dello Stato, è stato chiarito che la cumulabilità è sempre possibile in quanto i concetti di “assenza di doppio finanziamento” e di “cumulo” sono due concetti differenti, e quindi se una misura del PNRR finanzia il 40% del valore di un bene, la quota rimanente può essere finanziata attraverso altre fonti purché non si superino i limiti di cumulo di volta in volta applicabili e, ovviamente, non si superi il 100% del costo del bene.

Pertanto, in linea generale, per valutare se due agevolazioni sono cumulabili si dovrà sempre:

  • verificare se la legge istitutiva espone qualche divieto di cumulo
  • verificare se la legge istitutiva espone qualche limite quantitativo di cumulo
  • in assenza attenersi comunque al limite del costo previsto a livello europeo e verificare il rispetto dei limiti previsti per gli aiuti di stato

Un sospiro di sollievo per i tanti imprenditori che avevano già investito, confidando nel cumulo, e per chi aveva interrotto gli investimenti in attesa dei tanti sospirati chiarimenti.

Credito d’imposta Mezzogiorno

Il credito d’imposta Mezzogiorno, prorogato sino al 31/12/2022, rappresenta un’ottima opportunità di copertura degli investimenti realizzati da imprese del Sud Italia, sia per l’alta percentuale di credito (al 45% per le piccole imprese), sia per la cumulabilità con il credito d’imposta sui beni strumentali (arrivando al 95% di copertura complessiva in caso di beni 4.0).

I requisiti di base per l’accesso al credito d’imposta sono da sempre i seguenti:

  • riconducibilità ad un investimento iniziale (come definito dalla normativa europea)
  • strumentalità rispetto alla propria attività
  • novità (il credito d’imposta non copre i beni usati)
  • classificazione dell’investimento tra gli impianti, tra i macchinari o tra le attrezzature industriali e commerciali.

Dalla lettura della norma parrebbero quindi esclusi gli investimenti in beni immateriali che spesso sono associati all’acquisto di beni tecnologicamente avanzati.

Questa interpretazione è stata però sovvertita da una risposta ad un interpello presentato all’Agenzia delle Entrate che ha confermato l’ammissibilità del software applicativo al credito d’imposta Mezzogiorno.

Richiamando la circolare 38/E/2008 (relativa a credito d’imposta precedente e dalle caratteristiche similari rispetto a quello Mezzogiorno) l’Agenzia ritiene ammissibile l’agevolazione anche per i beni immateriali, definendo i seguenti requisiti:

  • il bene immateriale deve essere utilizzato esclusivamente presso la struttura produttiva beneficiaria degli aiuti
  • deve trattarsi di bene ammortizzabile
  • il bene deve essere acquistato a prezzi di mercato da terzi
  • il bene deve figurare nell’attivo dell’impresa
  • il bene deve permanere nella struttura produttiva per almeno cinque anni
  • il bene deve essere acquisito da una PMI
  • in caso di software, lo stesso deve essere commisurato alle esigenze produttive e gestionali dell’impresa riferibili a “trasferimenti di tecnologica mediante l’acquisto di diritti di brevetto, licenze, know-how o conoscenze tecniche” escludendo quindi i software autoprodotti

Un’apertura dell’Agenzia molto importante e che consentirà una migliore combinazione dei vari crediti d’imposta in particolar modo per quelli relativi al Piano Industria 4.0.

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