Il concordato preventivo biennale, che ha debuttato l’anno scorso, è un istituto che consente di pre-concordare il reddito imponibile per un biennio, sulla base di una proposta dell’Agenzia delle Entrate, sganciandolo quindi dalle risultanze contabili. Con il decreto correttivo pubblicato il 12 giugno 2025 vengono finalmente delineati i contorni dell’istituto per il biennio 2025-2026. Vediamo cosa cambia.
Soggetti beneficiari
Per il biennio 2025-2026 potranno aderire al concordato soltanto i contribuenti soggetti agli indici sintetici di affidabilità (ISA) mentre l’adesione non è più possibile per i forfettari.
Tempistiche di adesione
Per il biennio 2025-2026 l’adesione (e l’eventuale revoca) potrà essere effettuata fino al 30 settembre 2025. Per i soggetti Ires con esercizio «a cavallo», la scadenza slitta dal settimo al nono mese successivo alla chiusura.
Ridimensionamento della flat tax
Viene mantenuta la flat tax, che consente l’applicazione sul reddito concordato di un’imposta sostitutiva al 10-12-15 % (in base al punteggio ISA), ma adesso l’applicazione sarà limitata fino a una base imponibile di 85.000 euro. Oltre tale soglia torneranno le aliquote ordinarie: 24 % per i soggetti Ires e 43 % per quelli Irpef.
Nuova causa di esclusione per i professionisti associati
Per evitare arbitraggi, il decreto introduce una causa di esclusione inedita: un professionista individuale che partecipa a uno studio associato o a una società tra professionisti potrà aderire al CPB solo se lo farà anche l’ente collettivo (e viceversa). Se, durante il biennio, uno dei due recede dal concordato, decadranno entrambi.
Rilevanza della maxi-deduzione per l’incremento occupazionale
A partire dal 2025, i soggetti che beneficiano della maxi-deduzione per l’incremento occupazionale, con la maggiorazione del costo del lavoro del 20% o 30%, potranno portare questa maxi-deduzione a riduzione sia del reddito effettivo sia del reddito concordato.
Proposta calibrata sull’affidabilità fiscale
Il decreto fissa un tetto massimo all’incremento di reddito (o valore della produzione IRAP) che l’Agenzia delle Entrate può proporre rispetto al dichiarato 2024:
- un aumento massimo del 10 % per chi ha ISA pari a 10
- un aumento massimo del 15 % con ISA da 9 a 9,99
- un aumento massimo del 25 % con ISA da 8 a 8,99
In questo modo la proposta risulta più “morbida” nei confronti dei contribuenti più affidabili.
Avviso bonario: si decade dal concordato solo in caso di mancato pagamento
Non si perderà più il concordato per il semplice arrivo di un avviso bonario: la decadenza scatterà solo se il contribuente non verserà le somme dovute entro 60 giorni dal ricevimento della comunicazione di irregolarità.
Vista la scadenza imminente, è opportuno che i clienti interessati a verificare la proposta concordataria contattino lo Studio Mamì per avviare la consulenza.